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Al Dio bellissimo (Paolo Curtaz)
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La
bellezza salverà il mondo. Con questa perentoria frase il grande scrittore
russo Dostoewskj, nel suo romanzo “I fratelli Karamazov”, ci offre lo spunto
per una riflessione quaresimale di alto profilo. Siamo stati invitati a
salire sul Tabor, a inoltrarci nel cammino quaresimale per scoprire la
bellezza di Dio. In passato, la predicazione cristiana puntava molto
sull’aspetto etico della vita cristiana: è bene credere in Dio, è una cosa
giusta, doverosa. Oggi, accanto a questa sensibilità, si aggiunge
l’attenzione verso un approccio estetico: è bello credere in Dio. Non una
bellezza superficiale ed edonistica caratterizza la ricerca cristiana, ma
una bellezza profonda, quella che, come dice san Tommaso il teologo, unisce
il sommo bene alla somma verità alla somma bellezza. Cercare la bellezza di
Dio, significa trovare anche il sommo bene e la somma giustizia, un cammino
estetico non ripiegato su se stesso, ma che apre alla conversione del cuore.
Forse per questa ragione la Chiesa, all’inizio della quaresima, ci invita a
salire in alto, a sollevare lo sguardo, a rintracciare la bellezza di Dio
intorno a noi. Sapete perché credo, amici? Perché non ho mai incontrato
nulla di più bello del Signore Gesù, di più intenso, di più autentico, di
più vero. In una della chiese che ho avuto l’onore di servire, il parroco,
nell’ottocento, aveva fatto scrivere in greco (!) la dedica della
decorazione pittorica della chiesa: Al Dio grandissimo e bellissimo. Fare
esperienza della bellezza di Dio (sempre fugacemente come dice Agostino, la
bellezza definitiva è per il dopo!) è il modo migliore per rendere salda la
nostra fede. È bello anche per noi restare qui, Maestro, e cerchiamo il tuo
volto nella preghiera, nel silenzio, nella natura, nel volto del fratello.
È difficile, oggi, trovare la bellezza nelle nostre città. Eppure, se lasciamo il nostro cuore aperto al soffio dello Spirito, può succedere di avere dei momenti in cui la bellezza irrompe nella nostra vita. Uno scorcio d’alba mentre si è in treno (come sta accadendo a me!), il sorriso di un anziano, la domanda strepitosa di un bambino, una Parola che ci giunge improvvisa. Abbiamo bisogno di bellezza per vivere, e siamo chiamati a porre gesti di bellezza: dall’armonia della mia scrivania che suscita accoglienza verso i colleghi, al tenermi in ordine (non per far colpo, ma per dar lode alla bellezza di Dio!), al sorriso gentile, al gesto di attenzione verso il vicino di viaggio. (Paolo Curtaz)
Ma la sofferenza offerta per le persone amate non è forse la più grande, la più autentica, la più bella prova d’amore?
A me sembra che ci sia molto di bello in un Dio appeso in croce.
Perché non c’è bellezza più grande della bellezza dell’amore. E l’amore non è mai così forte e vero come lo è nei momenti in cui si offre, scandalosamente, alla sofferenza.
Certo, non è la bellezza che piace al mondo. Ma nei momenti difficili della mia vita è a quel volto trasfigurato dal dolore che ho rivolto la mia preghiera:
Signore, tu sai, tu lo hai vissuto, tu lo hai sofferto… tu hai sentito lo stesso dolore che io vivo in questo momento, mille volte più grande…... Mostra tutto
Ti affido questa mia situazione difficile, perché tu la cambi, anche attraverso di me, con la grandezza del tuo amore (non certo del mio)…
Sì, a me sembra che il volto del Crocifisso non sia meno bello del volto del Risorto. Perché quel volto è sempre lo stesso, il volto dell’Amore… - (Don Mario Campisi)