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- Sacra Famiglia annum C 2012
- "Una famiglia "moderna" a Nazareth"
- Per quanto la si voglia contestare, è una realtà trascendente il costume e insostituibile. Se ne potrà criticare il modello, escogitare chissà quali altre forme; si potrà indagare da quali leggi sia stabilita, strutturata, istituzionalizzata; come si sia fisiologicamente e socialmente originata; uscire fuori dal suo schema tradizionale per realizzare un nuovo rapporto tra maschio e femmina e, purtroppo, anche tra lo stesso sesso come ci si sforza di fare con esasperata inventiva. Ma la famiglia resta e ogni altro rapporto affettivo che cerchi di sostituirla non è che una sacrilega caricatura di essa.
- Non crisi oggettiva ma soggettiva, determinata dall'immoralità dell'uomo, che nella famiglia trova un insuperabile ostacolo alla sua sfrenatezza.
- Possiamo dire, in conseguenza di questa imposizione sociale, che la famiglia è in crisi anche perché risente di tutti i perturbamenti della vita umana. Tuttavia essa rimane il punto di riferimento per tutto ciò che accade nell'uomo. Non resta ferita solo da concezioni e legislazioni che direttamente la toccano, come il divorzio, l'aborto, i pa.c.s.....
- Ma ogni attività dell'uomo, la religione, la politica, la scuola, l'economia, il lavoro, la fanno vibrare e la scuotono. Il mistero dell'Incarnazione è strettamente legato alla famiglia. Una domanda: che cosa sarebbe stato della famiglia se non ci fosse stata quella scelta divina all'origine? Si sbaglierebbe a credere che Cristo aveva solo bisogno di una madre.
- Egli ha avuto bisogno di una famiglia integrale, sia per crescere egli stesso, sia anche per farne la cattedra del suo primo insegnamento. E benché la sua nascita straordinaria richiedesse l'apporto di una madre, ha voluto anche un padre, non per nascere ma per crescere da vero uomo.
- Con ciò egli ci insegna che la paternità non ha solo funzione fisiologica, ma, ancor di più, una funzione morale per aiutare il figlio a formare la sua umanità. La famiglia di Nazareth è moderna. Non vi si riflette solo la poesia degli affetti, ma anche tutto il travaglio umano della vicenda di ogni famiglia.
- Il fatto che Giuseppe e Maria non trovino un rifugio per far nascere il bambino e che questi abbia dovuto avere, come culla, l'accoglienza della natura; che, appena nato, il bambino sia stato cercato per farlo morire; l'emarginazione, l'esilio, la pazienza di Giuseppe, la sua saggezza, la sua illuminazione, la conduzione sì povera ma operaia e dignitosa della vita domestica a Nazareth, tutto è un immenso conforto, una lezione morale per milioni e milioni di famiglie che si succedono nel teatro della vita.
- E la grande lezione di Gerusalemme, l'episodio di Gesù ragazzo che discute con i dottori nel Tempio? Quella specie di fuga di Gesù, quell'affanno dei genitori per ritrovarlo, la richiesta della madre, la dura risposta del figlio...
- Quell'episodio è significativo della tematica che interessa la famiglia oggi, del rapporto tra genitori e figli: «Perché mi cercavate, non sapete che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio?». Come a dire che non solo una mancanza di affetto, ma anche un affetto possessivo e strumentalizzante che impedisca lo sviluppo della personalità e la vocazione autonoma dei figli, non è nella linea di Dio.
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