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Aggiornamento
(12 Marzo  2018)

Benvenuti nel sito di Don Mario!

"Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti"
(Mt 24,12)

La Quaresima è il tempo propizio per riconoscere se il nostro cuore è minacciato dalle menzogne dei falsi profeti, che rischiano di spegnere in noi l’amore.

Quest'anno centro del messaggio del Papa è il versetto del Vangelo di Matteo: “Per il dilagare dell’iniquitá, si raffredderá l’amore di molti” (Mt 24,12).

Un cuore indurito, aiuta il dilagare del male; avere un cuore freddo porta a una testa calda, capace di compiere atrocitá. Per questo il cristiano comincia a cambiare il mondo a partire dal proprio cuore, a partire dalla verità del proprio cuore. Fra le medicine spirituali c’é la riconciliazione, mano tesa della Chiesa verso i suoi fratelli.

Guardiamo se il nostro cuore è minacciato dalle menzogne che ci rendono schiavi del piacere, del denaro, della droga, delle relazioni “usa e getta” e della realtà virtuale dei social. Per guarire dal gelo dell’amore soffocato, i rimedi della Chiesa sono preghiera, elemosina e digiuno.

Il Papa si chiede: quali sono oggi i falsi profeti? Alcuni, scrive, sono come “incantatori di serpenti”, “approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro”. Attirano gli uomini e le donne con “le lusinghe del piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicità”, oppure con  “l’illusione del denaro, che li rende schiavi del profitto o di interessi meschini”.

Altri falsi profeti, sono i “ciarlatani” che “offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze”, che si rivelano però “completamente inefficaci”. Ai giovani “è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni usa e getta, di guadagni facili ma disonesti”. Oppure l’illusione di “una vita completamente virtuale, in cui i rapporti sembrano più semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di senso”.

Sono truffatori che offrono cose senza valore, e tolgono ciò che è più prezioso “come la dignità, la libertà e la capacità di amare”. E’ “l’inganno della vanità”, commenta ancora, che viene dal demonio, “padre della menzogna”.

Sta a noi discernere nel nostro cuore “ed esaminare se è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti”. Dobbiamo saper riconoscere ciò che lascia dentro di noi un’impronta buona, “perché viene da Dio e vale veramente per il nostro bene”.

Come immagina Dante Alighieri nel suo inferno, il diavolo è seduto su un trono di ghiaccio, perché “abita nel gelo dell’amore soffocato”. Quali sono i segnali, che ci indicano che in noi l’amore rischia di raffreddarsi e spegnersi?

Innanzitutto “l’avidità per il denaro”, che segue “il rifiuto di Dio” e di trovare consolazione in Lui, “preferendo la nostra desolazione al conforto della sua Parola”. Un rifiuto che si tramuta in violenza contro chi è ritenuto una minaccia alle nostre “certezze”: “il bambino non ancora nato, l’anziano malato, l’ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese”.

Se vediamo in noi e attorno a noi questi segnali, la Chiesa ci offre nel tempo di Quaresima “il dolce rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno”.

Con la preghiera, “permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne” con le quali inganniamo noi stessi.

L’elemosina, che ci libera dall’avidità, dovrebbe diventare per tutti “un vero e proprio stile di vita”. Come vorrei, confida il Papa che “davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, pensassimo che lì c’è un appello della divina Provvidenza”. Infatti, se oggi Dio si serve di me “per aiutare un fratello, come domani non provvederà anche alle mie necessità?”.

Il digiuno, infine, ci disarma, ci fa crescere, “ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo”, e ridesta la volontà di obbedire a Dio, l’unico che sazia la nostra fame.

Così nella notte di Pasqua la luce del cero pasquale potrà scacciare davvero il buio, e l’ascolto della parola del Signore con il nutrimento del Pane eucaristico, “consentirà al nostro cuore di tornare ad ardere di fede, speranza e carità”.

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